In questa pagina è disponibile un modello diffida per diffamazione da scaricare e da compilare in base alle esigenze.
Indice
Riferimenti normativi
La diffida per diffamazione è una comunicazione formale con cui intimi all’autore di dichiarazioni lesive di cessare immediatamente la condotta, rimuovere i contenuti e porre rimedio agli effetti prodotti, preannunciando in mancanza le azioni giudiziarie. Giuridicamente è una dichiarazione unilaterale recettizia: produce effetti quando giunge all’indirizzo del destinatario, secondo gli articoli 1334 e 1335 del Codice civile, e, se contiene un’intimazione chiara ad adempiere o a cessare, costituisce messa in mora ai sensi dell’articolo 1219. Per questo va inviata con mezzo tracciabile, tipicamente PEC o raccomandata, e va conservata insieme a ricevute, allegati e prove.
Il fatto diffamatorio, in sede penale, è definito dall’articolo 595 del Codice penale come attribuzione a qualcuno, in sua assenza, di fatti determinati idonei a lederne la reputazione, comunicati a più persone; l’ipotesi aggravata ricorre quando l’offesa è veicolata con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, categoria nella quale rientrano anche siti web e social network per l’idoneità a raggiungere una platea indeterminata. La diffida non sostituisce né condiziona la querela, ma ha valore probatorio, “congela” la vicenda e spesso ottiene rimozioni e rettifiche rapide.
Prima di scrivere è decisivo mettere in sicurezza la prova, senza rilanciare i contenuti offensivi. Online conviene acquisire copie integrali delle pagine con URL, data e ora, fare screenshot completi, salvare permalink e, se possibile, generare una marcatura temporale o un’attestazione tecnica; offline servono documenti, foto, eventuali ritagli e testimonianze. La lettera deve identificare con precisione chi scrive e chi riceve, indicare dove e quando le affermazioni sono state diffuse, riportare in modo sobrio i passaggi che le rendono false o denigratorie e spiegare il pregiudizio subito. La richiesta va calibrata: si domandano la rimozione immediata dei contenuti, l’astensione da ulteriori pubblicazioni, una rettifica di pari evidenza e il risarcimento dei danni; si fissa un termine breve ma realistico per adempiere e si preannunciano i rimedi in difetto. Quando le dichiarazioni compaiono su una testata giornalistica registrata, si può azionare anche il diritto di rettifica ex articolo 8 della legge 47/1948 rivolgendosi al direttore responsabile; se invece sono su canali non giornalistici, la rettifica è frutto di accordo e la strada resta quella privatistica e giudiziale.
In parallelo alla diffida rivolta all’autore, nei casi digitali è spesso utile notificare in modo circostanziato la violazione alla piattaforma o all’hosting provider. Il d.lgs. 70/2003 prevede un regime di esenzione condizionata per i prestatori della società dell’informazione: non c’è un obbligo generale di sorveglianza, ma dopo una notifica specifica di contenuti illeciti il provider che non si attiva per rimuovere o disabilitare l’accesso può perdere le esenzioni di responsabilità. Per aumentare l’efficacia della richiesta vanno indicati con esattezza gli URL, le date, gli estratti precisi ritenuti diffamatori e l’impatto reputazionale. Se nei contenuti sono trattati tuoi dati personali, puoi affiancare all’autore e al provider una richiesta al titolare del trattamento per esercitare i diritti alla cancellazione e all’opposizione previsti dagli articoli 17 e 21 del GDPR, chiedendo riscontro scritto sulle misure adottate.
Sul piano delle conseguenze, la diffida ben costruita serve a innescare due binari. In sede civile puoi chiedere un provvedimento d’urgenza ex articolo 700 del Codice di procedura civile per ottenere l’immediata rimozione o deindicizzazione e l’ordine di astenersi da ulteriori pubblicazioni; a tale ordine può essere affiancata la misura coercitiva indiretta di cui all’articolo 614-bis c.p.c., che prevede una somma per ogni violazione o ritardo nell’esecuzione. Nel giudizio di merito l’azione risarcitoria poggia sull’articolo 2043 del Codice civile per il danno ingiusto e consente di domandare sia voci patrimoniali (perdite, costi di ripristino reputazionale) sia il danno non patrimoniale ex articolo 2059, secondo i criteri degli articoli 2056, 1223 e, se occorre, 1226 per la liquidazione equitativa, sempre con adeguato corredo probatorio. In sede penale resta la possibilità di presentare querela per diffamazione entro tre mesi dalla conoscenza del fatto e dell’autore, senza che la diffida sia condizione di procedibilità; l’eventuale procedimento può correre accanto al civile e favorire la rimozione.
Nelle relazioni tra imprese, quando la condotta ha anche natura concorrenzialmente illecita, è utile richiamare l’articolo 2598 del Codice civile sugli atti di concorrenza sleale, chiedere la cessazione e la rettifica verso clienti e partner e riservare l’inibitoria e il risarcimento. Se le pubblicazioni provengono da dipendenti o collaboratori, occorre valutare simultaneamente gli strumenti interni (codici disciplinari e policy social) e le eventuali responsabilità del datore per omessa vigilanza o mancata rimozione.
Due cautele completano il quadro operativo. Anzitutto lo stile: la diffida deve essere ferma ma professionale, priva di minacce sproporzionate o condizioni illecite e indirizzata solo a chi è necessario, poiché una diffusione superflua potrebbe amplificare il danno o esporti a tua volta a responsabilità. Inoltre è utile inserire la clausola con cui si precisa che la comunicazione costituisce messa in mora e interrompe la prescrizione ai sensi dell’articolo 2943 del Codice civile, così da cristallizzare le decorrenze. Con prove ben raccolte, richieste proporzionate e riferimenti normativi puntuali, la diffida per diffamazione è spesso sufficiente a ottenere una cessazione spontanea e una rettifica; quando non lo è, diventa l’innesco corretto per l’urgenza e per la tutela risarcitoria, senza precludere la via penale.
Esempio diffida per diffamazione
Modello 1 — GENERICO
Oggetto: Diffida per diffamazione – richiesta cessazione, rimozione e rettifica
Con riferimento alle dichiarazioni da Lei rese in data [data] presso [luogo/canale], consistenti nell’attribuzione alla mia persona/società dei seguenti fatti [breve trascrizione o sintesi fedele], La diffido a:
– cessare immediatamente ogni ulteriore pubblicazione o diffusione;
– rimuovere senza ritardo i contenuti già diffusi;
– pubblicare rettifica di pari evidenza con testo che Le trasmetterò entro [x] giorni;
– risarcire i danni patiti e patiendi, patrimoniali e non patrimoniali.
La presente costituisce messa in mora (art. 1219 c.c.), è atto recettizio (artt. 1334–1335 c.c.) e interrompe la prescrizione (art. 2943 c.c.). In difetto, mi riservo azioni civili (anche inibitoria d’urgenza ex art. 700 c.p.c. e misura coercitiva ex art. 614-bis c.p.c.) e la proposizione di querela per il reato di diffamazione (art. 595 c.p.) nei termini di legge.
Si richiede riscontro scritto entro [x] giorni.
Distinti saluti.
[Firma]
Allegati: [estratti, screenshot, testimonianze, ecc.]
Modello 2 — ONLINE / SOCIAL (autore del contenuto + piattaforma/host)
Oggetto: Diffida per diffamazione online – richiesta rimozione, deindicizzazione e rettifica
In data [data] sull’URL [link completo] sono comparsi contenuti a me riferiti [sintesi dei passaggi diffamatori]. La diffido a rimuovere immediatamente ogni contenuto e astenersi da ulteriori diffusioni, pubblicando rettifica di pari evidenza entro [x] giorni.
Alla piattaforma/host: ai sensi degli artt. 16–17 d.lgs. 70/2003 si notifica la presenza di contenuti manifestamente illeciti ai suddetti URL; si chiede take down e, ove possibile, deindicizzazione/limitazione dell’accesso, con conferma delle misure adottate.
Poiché i contenuti includono dati personali, esercito i diritti di cancellazione e opposizione (artt. 17 e 21 GDPR) verso i titolari del trattamento, con richiesta di riscontro scritto.
La presente vale come messa in mora, atto recettizio e interruzione della prescrizione (artt. 1219, 1334–1335, 2943 c.c.). In mancanza, agirò in sede civile (art. 700 e 614-bis c.p.c.) e, se del caso, in sede penale (art. 595 c.p.).
Cordiali saluti.
[Firma]
Allegati: screenshot completi con URL, data/ora; eventuale perizia/attestazione temporale
Modello 3 — STAMPA / TESTATA REGISTRATA (direttore responsabile)
Oggetto: Diffida e richiesta di rettifica ex art. 8 L. 47/1948 – contenuti diffamatori
In riferimento all’articolo pubblicato su [testata] in data [data], titolo “[titolo]”, La invito a prendere atto che i passaggi [citazione o sintesi fedele] risultano falsi/gravemente fuorvianti e lesivi della mia reputazione.
Ai sensi dell’art. 8 L. 47/1948, Le chiedo la pubblicazione della rettifica che allego, con pari evidenza rispetto all’articolo originario e nei termini di legge, nonché la rimozione/aggiornamento online delle versioni digitali. Mi riservo, in difetto entro [x] giorni, azione civile per inibitoria e risarcimento (artt. 700 e 614-bis c.p.c.; 2043, 2059 c.c.) e querela ex art. 595 c.p..
La presente è messa in mora, atto recettizio e interruzione della prescrizione (artt. 1219, 1334–1335, 2943 c.c.).
Distinti saluti.
[Firma]
Allegati: testo della rettifica; copia/articolo; documenti comprovanti la verità dei fatti
Modello 4 — TRA IMPRESE (denigrazione/concorrenza sleale)
Oggetto: Diffida per denigrazione e atti di concorrenza sleale – art. 2598 c.c.
Si contestano le condotte tenute da [Impresa destinataria] in data [date] presso [clienti/eventi/online], consistenti in [descrizione: affermazioni denigratorie su prodotti/servizi; comunicazioni fuorvianti ai clienti]. Tali comportamenti integrano atti di concorrenza sleale ex art. 2598 c.c. e costituiscono diffamazione nei nostri confronti.
Vi diffidiamo a cessare immediatamente ogni ulteriore diffusione, a rettificare verso tutti i destinatari interessati con testo approvato da noi, a rimuovere materiali e a comunicarci entro [x] giorni il piano di conformazione. In difetto, agiremo per inibitoria d’urgenza (art. 700 c.p.c.), pubblicazione del provvedimento, penale coercitiva (art. 614-bis c.p.c.) e risarcimento (artt. 2043, 2059 c.c.).
La presente costituisce messa in mora, atto recettizio e interruzione della prescrizione (artt. 1219, 1334–1335, 2943 c.c.).
Distinti saluti.
[Firma legale rappresentante]
Allegati: estratti comunicazioni; dichiarazioni clienti; materiali promozionali contestati
Modello 5 — AMBITO LAVORATIVO/PROFESSIONALE (diffamazione in azienda/ente)
Oggetto: Diffida per dichiarazioni diffamatorie in ambito lavorativo
In data [date], in [riunione/e-mail/chat interna/luogo], Lei ha attribuito alla mia persona i seguenti fatti [sintesi fedele], comunicandoli a [colleghi/terzi]. Tali affermazioni sono false e gravemente lesive della mia reputazione personale e professionale.
La diffido a cessare immediatamente ogni ulteriore diffusione, a rettificare per iscritto verso i medesimi destinatari entro [x] giorni, e a trasmettermi le Sue scuse scritte. Mi riservo di agire in sede civile (artt. 2043, 2059 c.c.; 700 e 614-bis c.p.c.) e, se del caso, in sede penale (art. 595 c.p.) nei termini di legge.
La presente costituisce messa in mora (art. 1219 c.c.), è atto recettizio (artt. 1334–1335 c.c.) e interrompe la prescrizione (art. 2943 c.c.). Si invitano gli uffici competenti a valutare i profili di policy e di trattamento dati eventualmente coinvolti (GDPR) e ad adottare le misure organizzative opportune.
Cordiali saluti.
[Firma]
Allegati: e-mail/chat/verbali; nominativi testimoni; documenti a supporto
Modello diffida per diffamazione Word da scaricare
Di seguito viene messo a disposizione un fac simile diffida per diffamazione in formato Word editabile da scaricare.
Il modello può essere modificato inserendo i dati mancanti e poi stampato.