In questa pagina è disponibile un modello domanda di sostituzione pena con LPU da scaricare e da compilare in base alle esigenze.
Riferimenti normativi
La sostituzione di una pena detentiva (o dell’arresto/ammenda comminati per talune contravvenzioni) con il lavoro di pubblica utilità – LPU – è oggi regolata da un corpus normativo stratificato che oscilla fra la disciplina generale delle pene sostitutive (legge 689/1981 come rifusa dalla «riforma Cartabia», d.lgs 150/2022) e le previsioni speciali relative alla guida sotto l’influenza di alcool o stupefacenti (artt. 186 § 9-bis e 187 § 8-bis Codice della strada) nonché ad altre ipotesi tipizzate. L’istanza di sostituzione è lo snodo attraverso cui questa cornice si traduce in un programma individuale di lavoro gratuito a favore della collettività, in luogo del carcere o dell’arresto: senza l’attivazione del condannato, infatti, la pena sostitutiva non può essere disposta, perché la legge la subordina al suo consenso espresso.
La richiesta può essere proposta fin dalla fase di cognizione (ad esempio con l’opposizione a decreto penale di condanna entro quindici giorni dalla notifica, rivolgendosi al G.I.P. che ha emesso il decreto) oppure in udienza dibattimentale al giudice che procede; se la sostituzione non viene chiesta (o concessa) in quella sede, si potrà riproporre in esecuzione al giudice dell’esecuzione ex artt. 665 ss. c.p.p. o, nei casi di condanna del Giudice di pace, al magistrato di sorveglianza. Per i reati stradali il Tribunale di Torino sintetizza i due percorsi e indica espressamente il termine quindicinale e la modulistica da depositare, confermando una prassi diffusa nei tribunali italiani.
Sul piano quantitativo, dopo la riforma Cartabia il LPU è applicabile come pena sostitutiva generale se la condanna non supera i tre anni di reclusione; soglie diverse (più alte) valgono per la semilibertà o la detenzione domiciliare, a conferma di una graduazione afflittiva che vede il LPU al gradino più basso. In ambito stradale, invece, la sostituzione opera in deroga: l’intero arresto/ammenda previsto dagli artt. 186-187 può essere mutato in lavoro di pubblica utilità a patto che dalla guida non sia derivato un incidente. La giurisprudenza costituzionale e di legittimità ha rimarcato che il giudice deve comunque verificare, ai sensi dell’art. 58 l. 689/1981, che la misura appaia idonea alla rieducazione e non presenti rischi di recidiva, potendo negarla quando manchino tali presupposti.
Alla domanda vanno allegati: l’indicazione dell’ente disponibile ad accogliere il condannato (con relativa dichiarazione di disponibilità), l’autocertificazione di non aver già fruito del beneficio nelle ipotesi in cui la legge lo consenta una sola volta, e – se del caso – la proposta di programma elaborata con l’Ufficio esecuzione penale esterna (UEPE). L’istanza deve contenere il consenso espresso all’attività non retribuita e la dichiarazione di accettazione delle prescrizioni standard previste dall’art. 56-ter l. 689/1981 (divieto di armi, obbligo di reperibilità, divieto di frequentare pregiudicati, ecc.), che il giudice potrà integrare.
Il legislatore distingue fra due logiche di computo. Nella disciplina generale un giorno di detenzione equivale a due ore di lavoro; la prestazione settimanale oscilla normalmente fra sei e quindici ore, con un tetto di otto ore giornaliere. Per i reati di guida in stato di ebbrezza o sotto stupefacenti, e per le contravvenzioni ex art. 73 § 5-bis d.P.R. 309/1990, la durata del LPU corrisponde invece integralmente alla pena sostituita, fermo il criterio di 250 € = un giorno di lavoro quando si converte una multa.
Se il programma viene eseguito regolarmente il giudice, su relazione UEPE, dichiara la pena estinta; per la guida in stato di ebbrezza ciò comporta l’estinzione del reato, la riduzione a metà della sospensione della patente e la revoca dell’eventuale confisca del veicolo. La Suprema Corte ha inoltre riconosciuto che alla pena-lavoro spetta la liberazione anticipata ex art. 54 o.p., con competenza del magistrato di sorveglianza, segnalando la piena equiparazione del LPU a una pena detentiva ai fini dei benefici penitenziari.
Il mancato rispetto, quando grave o reiterato, conduce alla revoca e al ripristino della pena originaria per la sola parte residua, da calcolare sottraendo le ore già svolte secondo i criteri di ragguaglio fissati dall’art. 58 d.lgs 274/2000. La Cassazione, con la sentenza n. 24510/2025, ha ribadito che il giudice dell’esecuzione non può far rivivere per intero l’arresto originario ignorando la frazione di lavoro concretamente prestata.
Durante l’esecuzione il giudice può modificare luogo e orario delle prestazioni per sopravvenute esigenze dell’interessato; può altresì concedere sospensioni fino a quarantacinque giorni l’anno per comprovati motivi di studio, lavoro o salute. Se sorgono dubbi sui criteri applicativi il condannato può sollecitare “chiarimenti” ex art. 666 c.p.p.; se l’amministrazione destinataria del servizio non coopera, il giudice può sostituirla d’ufficio. L’intera cornice processuale resta permeata dal principio di personalizzazione della pena-programma, con controlli più snelli rispetto alle misure alternative ma pur sempre soggetti alla vigilanza dell’UEPE e dell’autorità giudiziaria.
La domanda di sostituzione con LPU si è affermata come uno strumento privilegiato per deflazionare il carcere e valorizzare la funzione rieducativa della pena, coerentemente con l’art. 27 Cost.; la stessa riforma Cartabia ne ha potenziato l’ambito applicativo, confermando la scelta di affidare al giudice di merito – e, in seconda battuta, a quello dell’esecuzione – un ampio potere di modulazione, ancorato al consenso del condannato e alle valutazioni di prognosi positiva sul suo reinserimento sociale. Il successo dell’istituto, tuttavia, dipende tanto dalla tempestiva presentazione di una domanda completa e documentata quanto dal serio coinvolgimento di enti territoriali in grado di accogliere i condannati, il che esige una costante rete di convenzioni locali..
Esempio domanda di sostituzione pena con LPU
In questa sezione è possibile trovare un esempio di formula per domanda di sostituzione pena con LPU.
N° ____________R.G. GIP
N°____________R.G. D.P.
DOMANDA DI SOSTITUZIONE DELLA PENA CON
IL LAVORO DI PUBBLICA UTILITA’
Il sottoscritto
Cognome_____________________________________ nome ______________________________
Nato a ______________________________________________il __________________________
Residente a ___________________________via ___________________________n.____________
Domiciliato a ________________________via ________________________________n.________
Con riferimento al decreto penale di condanna n° __________ricevuto in notifica il _____________
CHIEDE
Di sostituire la pena con lo svolgimento di lavoro di pubblica utilità.
Prende atto che tali lavori dovrà iniziarli entro tre mesi dalla data di esecutività del decreto penale, previo contatto con l’ente prescelto, per concordare il loro inizio e terminarli entro 18 mesi dalla data di esecutività
Elegge domicilio ai sensi dell’art. 161 c.p.p. in :
letto e sottoscritto
Torino,___________________ FIRMA ____________________________________
DOMANDA PRESENTATA DA ____________________________________________________
Identificato a mezzo di ______________________________________n° _____________________
Rilasciato da __________________________________in data _____________________________
_______,___________________
L’Assistente /Operatore
Modello domanda di sostituzione pena con LPU da scaricare
Di seguito viene messo a disposizione un fac simile domanda di sostituzione pena con LPU in formato Word editabile da scaricare.
Il modello può essere modificato inserendo i dati mancanti e poi stampato.